Quando si parla di karma, le reazioni che ho visto nella maggior parte delle persone sono sempre le stesse tre:
c’è chi si spaventa e si allontana come se il karma fosse una specie di mostro da cui scappare, qualcosa che rischia di portarti sfortuna se lo guardi troppo da vicino; c’è chi rimane completamente indifferente, come se fosse un concetto astratto che non lo riguarda e che non serve a niente nella vita di tutti i giorni.
E poi c’è chi diventa estremamente curioso, perché sente che dietro questa parola c’è qualcosa che non capisce ma che potrebbe spiegare tanti pezzi mancanti della propria vita.
La verità è che il karma non è nessuna di queste tre cose.
Non è un pericolo, non è un’idea inutile e non è neanche un segreto esoterico riservato a pochi.
Il karma è molto più semplice di quello che sembra: è una cosa che non hai finito, e che quindi ritorna.
Cos’è il karma
Il karma non è una punizione, e non è nemmeno un destino scritto.
È un “compito rimasto in sospeso”, una scelta che hai evitato, un’azione che non hai completato o una strada che hai tagliato invece di attraversarla.
E siccome non è stata completata, la vita te la ripresenta.
Non per farti del male, non per bloccarti, ma perché finché non chiudi quel compito non puoi andare davvero avanti.
È come se la vita avesse una memoria molto precisa e diciamo che, se lasci qualcosa a metà, lei te lo ripropone finché non decidi di finirlo. E questo è parte del disegno divino, lo stesso disegno divino che ci chiama alla evoluzione della nostra anima. Che poi altro non è che lo scopo della nostra incarnazione. Solo dobbiamo capire in quale direzione andare in questa vita, quale insegnamento sono venuto ad apprendere?
Come funziona il karma
Funziona così:
se c’è una cosa che non hai chiuso, quella cosa ritorna.
Magari cambia forma, cambia persona, cambia contesto… ma la dinamica è identica.
È un po’ come quando ripeti sempre la stessa frase: anche se cambi le parole, il senso è sempre quello.
Il karmma ragiona in modo semplice e lineare:
“Questa parte non è stata completata. Finché non la sistemi, te la ripresento.”
E così fa.
Per capire davvero il karma basta pensare alla scuola.
Immagina che tu stia facendo un anno scolastico con tante materie diverse: italiano, storia, geografia, matematica, scienze… quello che vuoi.
E immagina che tu sappia cavartela benissimo in quasi tutte, tranne una: matematica.
La studi, ti impegni, ma quell’esame non lo superi.
Che cosa succede l’anno dopo?
Molto semplice: trovi di nuovo matematica.
Stessa materia, stessi argomenti, a volte persino lo stesso tipo di esercizi.
La vita funziona così.
Se non superi la “materia” legata al valore personale, ti ritrovi persone e situazioni che ti mettono di nuovo davanti al tema del valore.
Se non hai chiuso una ferita nelle relazioni, ti ritornano relazioni con la stessa dinamica, anche se con persone completamente diverse.
Se c’è una scelta che hai evitato per paura, quella scelta ti si presenterà finché non la farai.
Non è cattiveria.
È precisione.
È un sistema che non salta passaggi.
“Ma perché mi succede sempre la stessa cosa?”
Perché non hai passato l’esame.
Non c’è nient’altro dietro.
Né maledizioni, né punizioni, né colpi di sfortuna.
C’è solo un compito rimasto aperto che va chiuso con una scelta precisa e fino a quando non fai quella scelta, non passerai all’anno successivo.
Come si chiude davvero un karma
La chiusura di un karma non parte da rituali o intuizioni: parte da una cosa molto concreta, e spesso sottovalutata: la volontà di cambiare qualcosa nella propria vita.
Se non c’è questo impulso, il nodo resta invisibile e la dinamica continua a ripetersi.
Una volta che la volontà c’è, il lavoro diventa tecnico.
Con la numerologia karmica si individua dove si è formato il blocco, cioè il punto in cui la struttura ha perso la sua linearità e ha lasciato aperto un compito.
Non parliamo di sensazioni o interpretazioni: cerchiamo la causa, il punto preciso, la deformazione originaria.
Quando il blocco è stato localizzato si interviene con i protocolli, che sono tecniche di individuazione e chiusura dei nodi karmici, progettate per intervenire sulla causa originaria di una dinamica ripetitiva.
Non sono rituali, né simboli ma atti energetici.
Perché il karma esiste?
Non per farti soffrire e non per vedere quanto resisti.
Il karma esiste perché le cose lasciate aperte restano aperte.
E se qualcosa è rimasto irrisolto, la vita ti aiuta a risolverlo, anche se a volte ti sembra brutale o scomodo.
Il karma serve a completare, a chiudere, a raddrizzare qualcosa dentro di te che è rimasto storto per troppo tempo.
In sintesi
Il karma è come una scuola:
se non passi una materia, te la ritrovi davanti finché non la superi.
E quando finalmente la superi, quella materia sparisce e non torna più.
E la tua vita cambia, ma prima il cambiamento lo vivrai dentro te stesso.


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